martedì 25 marzo 2008

Le users reviews incrementano il tasso di conversione dei prodotti venduti on line

Riportiamo di seguito un interessante caso di studio che testimonia come per un sito di e-commerce sia fondamentale implementare un servizio di users reviews (indicazioni/commenti degli utenti) e users ratings (classifiche degli utenti).

La presenza di indicazioni e classifiche fornite dagli utenti di un sito che vende prodotti on line, una presenza ben visibile e facilmente alimentabile dagli utenti stessi, sembra infatti favorire le vendite del sito, incrementando il conversion rate - tasso di conversione - del sito.

Il caso di studio è riportato da BazaarVoice, società che si occupa di fornire a siti di e-commerce pacchetti chiavi in mano per l'implementazione di piattaforme di users ratings and reviews.

Secondo Bazaarvoice, che prende come paradigma di esempio il caso di figleaves.com, sito che vende lingerie on line, questi i risultati dell'analisi, a mio avviso molto interessanti:

- in generale, i prodotti che hanno le users reviews hanno sul sito un tasso di conversione maggiore rispetto a quelli che non ce l'hanno, di un 12,5%
- per i prodotti che hanno più di 20 reviews, il tasso di conversione è più alto addirittura dell'83%
- lo stesso prodotto senza il servizio di users reviews implementato, e dopo l'implementazione, subiva un incremento nel tasso di conversione di circa il 35%


- Addirittura il rapporto visione prodotto/acquisto è 4 volte più basso per i prodotti che hanno le users reviews (significa che quando il prodotto ha le users reviews viene comprato mediamente 4 volte di più rispetto a un prodotto che non le ha).

Secondo il seguenete grafico, che riporta alcune statistiche prese dai clienti di BazaarVoice, incorociando addirittura il numero di reviews che il prodotto ottiene con il ratings che riscontra dagli utenti, vediamo addirittura che per prodotti che hanno ottenuto contemporaneamente più di 20 reviews e un ratings di 4/5 punti (nel grafico le "stelline"), il prodotto riesce addirittura a raddoppiare il proprio tasso di conversione.

Molto interessante, davvero!

sabato 22 marzo 2008

Valutare il ROI di un'attività di web marketing sui Social Media

In questi giorni mi sto interrogando spesso sulla possibilità di trovare un modo per valutare il ROI (Return on Investement - Ritorno sull'Investimento) di un'attività di web marketing sui Social Media su Internet.

Recentemente in Mindshare abbiamo pianificato un'attività di On line Pr sui web Social Media per un nostro importante cliente. L'obiettivo della campagna è stato promuovere una manifestazione che ogni tre anni il brand promuove in giro per il mondo, veicolando i valori che sono propri del brand attraverso luoghi on line in target col cliente.

Come ogni buona campagna che si rispetti, la strategia studiata ha previsto alcune delle maggiori leve del web marketing mix, e quindi una campgna tabellare su siti e portali in target, un'attività di SEM sui principali motori di ricerca, Direct Marketing, e come detto precedentemente, un'azione di On line Pr sui Web social Media.

Quest'ultima in particolare è stata affidata all'agenzia attualmente più all'avanguardia nel settore in Italia.
Ora non sveliamo gli strumenti del mestiere della prestigiosa firma che ci ha struttrurato l'attività. Diciamo tuttavia che iun linea generale l'azione si è composta di:
l'invio di News releases, che puntavano ad un hub di appoggio dedicato al brand;
una presenza su alcuni media sociali (youtube, digg, delicious etc.);
monitoraggio costante di forum, siti e blog in linea col brand e la comunicazione proposta;
stimolo alla creazione di contenuti, contributi e commenti relativi al brand da parte di bloggers e autori web;
diffusione "virale" dei contenuti realizzati da parte degli utenti.

Ora, all'addetto marketing che ha pianificato l'azione, quali metriche possono essere offerte per valutare se il suo investimento è stato proficuo o no?
Ok per una valutazione qualitativa del risultato, tramite la constatazione dei vari interventi e citazioni che sul web sono stati dedicati al brand. Ma dal punto di vista qualitativo, cosa dire del risultato della campgna?
Quanti utenti hanno letto i vari contributi realizzati dagli altri utenti "stimolati" dall'agenzia?
Quante visualizzazioni ha avuto la News release?
Quanta gente, a partire dai contenuti creati e viralizzati dall'attività di Web Social Media , ha realizzato le azioni sperate dal brand in fase di impostazione della campagna?

Il futuro dovrà darci alcune risposte a questi argomenti, per incrementare il livello di investimenti su questa nuova leva del web marketing mix.

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mercoledì 13 febbraio 2008

Tucomenavighi.it - il concorso lanciato da Tim per promuovere la navigazione in mobilità

Su www.tucomenavighi.it Tim ha lanciato in questi giorni un interessante concorso a premi per promuovere le sue offerte di connessione internet in mobilità.

Sul sito infatti gli utenti sono invitati a iscriversi al concorso, e mandare dei video o foto in cui sono protagonisti di una connessione a internet bizzarra. Una risposta simpatica alla domanda: "Tu come navighi"?

A disposizone degli utenti, molti premi in palio: al video più votato dagli utenti andrà una videocamera Canon; all’utente che avrà coinvolto più amici ad iscriversi al sito verrà assegnato un iPod Touch 16GB; un’apposita giuria sceglierà un video o una foto meritevole per qualità, originalità e simpatia che vincerà un cellulare Nokia N95; in più ogni giorno, per 90 giorni, verrà estratto tra tutti i partecipanti 1 biglietto per assistere ad uno dei concerti dell’estate 2008.

Una strategia di Viral Marketing e Online PR affianca la pubblicazione del sito.

Su www.tucomenavighi.it c'è un video che verrà inserito sulle piattaforme di videosharing (Youtube & co.), l'obiettivo è che si diffonda, e che gli utenti che fanno i video diffondano i propri a loro volta.

E' stata realizzata anche un'attività di social media news release, che accompagnerà la campagna per la sua durata. Si tratta di una pagina di appoggio, un hub, che fornisce notizie ufficiali del progetto, link e materiale da usare per articoli, post etc., tags ai social networks, e ovviamente il video di partenza.

Anche qui c'è la mano di DigitalPR, che ormai in Italia si sta sempre di più specializzando su questa nuova forma di web marketing.


domenica 10 febbraio 2008

La rivoluzione di Downlovers.it - finalmente si può scaricare musica legalmente!

E' on line da un po' la versione beta di un sito che forse cambierà il modo di fruire la musica negli anni venire.

Si tratta di www.downlovers.it, sito che consente agli utenti che si registrano, di scaricare la musica presente sul sito in maniera totalmente gratuita e legale.

Il modello di business del sito è fondato sulla pubblicità: Downlovers.it ha infatto stretto accordi con le principali etichette discografiche, consentendo il download gratuito delle canzoni.
Gli introiti sono garantiti dalle revenues pubblicitarie che Downlovers.it garantisce alle majors discografiche.

Ogni utente che scarica una canzone, infatti, è sottoposto ad un videospot pubblicitario che va in onda durante i trenta secondi circa necessari al download della canzone.

Gli utenti non possono scaricare interi albums, ma soltanto una canzone per volta. Una canzone, un videospot.

La mia opinione è che sia il giusto modello di business per questo mercato. Secondo me è infatti un ottimo compromesso per gli utenti. Ricevere la musica che vogliono, gratis e con un sistema veloce ed affidabile, senza essere costretti ad installare programmi di Peer to Peer. E sono in questo modo svincolati dall'esigenza di essere sul proprio pc per poter scaricare. Il costo di tutto questo è essere esposti ad un videospot pubblicitario.

Interessanti considerazioni che si possono fare sono:
- le aziende sceglieranno di veicolare e associare i propri spot ad una canzone piuttosto che a un'altra, ad un cantante piuttosto che ad un altro, ad un genere piuttosto che ad un altro...ma come scegliere? Vedremo l'inizio di una nuova forma di marketing, a mio avviso. E cioè lo studio dell'associazione tra un brand ed un genere musicale
- sarà necessario trovare un modo di segmentare nella maniera più raffinata possibile gli utenti registrati, per far in modo che le aziende vedano erogati i propri messaggi di marketing ad un target affine al proprio, e non sparare nel mucchio.

In ogni caso siamo all'inizio di una rivoluzione, che coinvolge il mondo della musica e del marketing.

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venerdì 8 febbraio 2008

La lunga coda dei video su Youtube - ovvero pochi fanno le hits


Riporto qui di seguito i risultati di una ricerca sulle views che ottiene un video su Youtube nel primo mese dalla sua pubblicazione.
Riprendo il post di Vincenzo Cosenza su www.businessandblog.com, che cita una ricerca pubblicata su Viralmanager.com.

Secondo la ricerca, infatti, i video pubblicati su Youtube subiscono questa sorte:

  • il 70% dei video riceve almeno 20 visite
  • il 50% dei video riceve almeno 100 visite
  • meno del 20% dei video ottiene più di 500 visite
  • meno del 10% dei video ricevono più di 1.500 visite
  • solo il 3% dei video fa segnare 25.000 visite
  • circa l’1% dei video ottiene 500.000 visite
Questi dati ci fanno riflettere, soprattutto alla luce di ciò che a volte certi responsabili di aziende note, chiedono agli specialisti del Web Marketing, e cioè di fare il miracolo di pubblicare un video viral pubblicitario che realizzi decine di migliaia di visioni.

Ricordiamo che Youtube è un socialnetwork che si basa sui principi economico.statistici della Long Tail, in questo caso la relazione matematica tra i video e le visioni.
Come possiamo vedere dal grafico, anche questa curva ha un'andamento da lunga coda: significa che pochi video ottengono un numero elevatissimo di hits, e poi scendendo lungo la curva si trovano i video che collezionano soltanto poche visioni. Il successo di Youtube è dato dal fatto che un pubblico potenzialmente sconfinato trova una quantità di video infinita, ed ogni video trova la sua nicchia di spettatori. E' questa la ragion d'essere di Youtube: un ambiente dove potenzialmente trovi qualsiasi cosa tu cerchi, e potenzialmente tutto ha un pubblico, fosse anche un solo spettatore.

E' quindi un ambiente che per sua natura non privilegia le visioni di massa, ma l'infinito mare di visioni di nicchia che offre. E' questa la chiave del suo successo, offrire un posto dove c'è tutto. Ed è proprio perchè c'è tutto, anche il video che ottiene una visione all'anno, che tutti vanno su Youtube.
E' UN AMBIENTE COSTRUITO PER CREARE UN MARE INFINITO DI CONTENUTI DI NICCHIA.
Ora non sarò io a dire alle aziende come sfruttare questa impostazione a loro vantaggio, ma mi sembra chiaro che non tenere conto della natura di base del mezzo sia un peccato imperdonabile.

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Corporate Blog per Microsoft Italia

La notizia è in giro da qualche giorno sulla rete.

Microsoft Italia ha lanciato MClips, il suo corporate blog attraverso cui comunicherà al popolo dei navigatori.

La piattaforma permetterà ai dipendenti di Microsoft Italia che hanno mostrato interesse per la blogosfera, di interagire con gli utenti su tematiche con le quali l'azienda ha a che fare quotidianamente, come ad esempio la sicurezza informatica e il web 2.0. E sarà anche un momento per raccontare agli utenti i momenti di lavoro all'interno della società.

L'iniziativa, tutta italiana, si legge in una nota, nasce dalla volontà di Microsoft di avviare una conversazione "proattiva e dinamica con quella parte della blogosfera e dell'Internet italiana che ama confrontarsi, discutere, interagire".

"Questa iniziativa è una porta aperta su Microsoft. Il confronto con la Blogosfera e quindi MClips - commenta Mario Derba, Amministratore Delegato di Microsoft Italia - rappresenta per le aziende di oggi, qualunque sia il loro settore di appartenenza, non solo un'opportunità ma anche un necessario momento di interazione ed uno scambio franco di commenti e feedback su temi che riguardano la società, la marca e i prodotti".

La realizzazione e lo start-up della piattaforma, ed il necessario supporto tecnico, sono stati forniti da Digital PR, azienda attiva e all'avanguardia nel mondo delle PR on line, del Word of Mouth Marketing, del Viral Marketing e del Web 2.0. Anche Digital PR realizza un blog corporate, www.businessandblog.com, che è uno strumento di informazioni molto utile per chi è appassionato della tematica.

sabato 2 febbraio 2008

Microsoft all'assalto di Yahoo! Mega offerta di acquisto da 44.6 miliardi di dollari

Boom! Microsoft ci riprova, e tenta nuovamente la scalata a Yahoo!

L'offerta è veramente pesante, 44.6 miliardi di dollari, per un valore di 31 dollari ad azione, con una valutazione del 62% in più del valore attuale delle azioni di Yahoo.

Come leggiamo dal sito ufficiale di Microsoft, l'intenzione del CEO del colosso di Redmond, Steve Ballmer, è di realizzare un'unione che "insieme può offrire un'incredibilmente eccitante varietà di soluzioni per consumatori, editori e inserzionisti pubblicitari, rafforzando una posizione che permetterebbe di meglio competere nel mercato della pubblicità on line...le due forze unite insieme consentirebbero di mettere a disposizione dei consumatori, servizi ed esperienze che nessuna delle due aziende sarebbe in grado di offrire da sola".

Secondo il comunicato stampa di Microsoft, le due aziende unite darebbero al mercato una valida alternativa al dominio del loro principale competitor (non è citato, ma si sta chiaramente parlando di Google...).

La combinazione di Microsoft e Yahoo consentirebbe, secondo il Board Microsoft, di realizzare un'azienda più efficiente, con sinergie importanti in quattro aree:

1 - economie di scala grazie ad un valore più alto offerto agli inserzionisti pubblcitari
2 - innovazione grazie alla condivisione delle conoscenze ingegneristiche tra i due teams
3 - efficienze operative grazie all'abbattimento dei costi
4 - innovazione in emergenti spazi di fruizione per gli utenti come il video e il mobile

Alcune considerazioni da fare al riguardo.
Nell'ottica Microsoft, sempre che Yahoo accetti ed è tutto da vedere (se non lo ha fatto lo scorso anno, perchè farlo quest'anno?), il proposito sembra chiaro. Cercare di erodere il dominio di Google nel mercato pubblicitario su internet, contrapponendogli la fusione dei suoi due principali competitors, se stesso e Yahoo appunto.
Cioè i due motori di ricerca al mondo più usati dopo Google, e probabilmente i due portali col traffico più consistente.
Ma andiamo più nel dettaglio. Gli operatori del Web Marketing cosa dovrebbero aspettarsi da una fusione del genere?
Queste le previsioni di Forrester Research:

1 - dati più dettagliati sui consumatori (incrociando i dati di tracciamento dei portali e dei motori di Msn e Yahoo si avrebbe una quantità di dati dal valore incalcolabile, dando una spinta alla fornitura di inserzioni ad utenti secondo il loro comportamento di navigazione, ciò che viene definito Behavioural Targeting)
2 - una più facile gestione della pubblicità: gli inserzionisti avrebbero la possibilità di una entità che offre loro di pianificare su una vasta scelta di canali, senza dover ricorrere ad una miriade di concessionarie
3 - Yahoo e Msn uniti saranno senza ombra di dubbio la seconda forza nel search dopo Google, e di gran lunga la più potente nel display ad, segno che il mercato non dovrebbe subire recessioni negli anni a venire
4 - una nuova definizione di media: i più grandi attori del mercato, Google, Msn+Yahoo, Facebook etc, sembreranno sempre di più essere, ognuno a modo suo, ambienti e "tecnologie" di connessione tra utenti e contenuti, più che editori di contenuti stessi.

Cosa dobbiamo aspettarci quindi?
Per ora una risposta da Yahoo...

domenica 27 gennaio 2008

Le nuove regole del Viral Marketing - il nuovo ebook di David Meerman Scott

E' on line il nuovo ebook di David Meerman Scott, guru mondiale delle Internet PR (public Relations), esperto di Web Marketing e di Web Viral Marketing.

Già autore di molti libri sull'argomento, tra cui "The New Rules of Marketing and PR: How to Use News Releases, Blogs, Podcasting, Viral Marketing and Online Media to Reach Buyers Directly" (libro che consiglio, apre la mente sull'argomento e fornisce molti spunti davvero interessanti), pubblica on line il suo ultimo lavoro, The New Rules of Viral Marketing: How word-of-mouse spreads your ideas for free.

Scaricabile gratuitamente in pdf sul suo blog WebInkNow, promette di darci ancora altri spunti su cui riflettere, e preziosi consigli nel nostro lavoro di internet marketers.

Buona lettura!

Mini-sito pubblicitario e advergame a supporto? Ok se c'è una strategia!

Prendo spunto dal post di Martina Zavagno sul suo adverblog.com (blog che consiglio di leggere a chiunque è appassionato di web marketing e web advertising, è una vera e propria finestra sul mondo; l'autrice riporta nei suoi post molti casi interessanti sullo stato dell'arte della pubblcità su Internet in giro per il mondo), per affrontare un discorso sulla corretta utilizzazione di un minisito pubblicitario con relativo advergame.

Su Adverblog l'autrice infatti ci presenta un esempio di un minisito davvero ben pensato e realizzato.
Si tratta di EarlyJack.com, minisito a supporto per Finnair, che vuole comunicare come sia la compagnia aerea più veloce nelle tratte Europa-Asia.

Nel minisito, troviamo un advergame in cui c'è Joe, un tizio che è nella stanza del suo capo Jack, il quale per lavoro è in Asia. L'utente può giocare con Joe, e fargli fare alcune azioni nella stanza di ufficio del suo capo (scarabocchiare le foto del capo, ordinare massaggi orientali etc.). L'obiettivo è riuscire a fare tutte le azioni di "scherno al capo" prima che lui ritorni (si vede una finestrella che mostra il ritorno del capo che ovviamente sta tornando dall'Asia con un volo Finnair). L'utente che riesca a fare tutte le azioni (davvero dura...) vince biglietti aerei omaggio. Ma la molla a portare a termine il gioco è, oltre alla possibilità dela vincita, soprattutto la curiosità di vedere cosa succede quando il capo Jack arriva e becca Joe mentre gli imbratta l'ufficio....

Questo minisito è figlio, a mio avviso, di un'ottima strategia. Già perchè un minisito pubblcitario, con tanto di advergame, deve avere una buona strategia dietro la sua realizzazione, altrimenti può essere uno strumento inutile alla causa.

Questi i punti da rispettare, a mio avviso, per una corretta ideazione di un minisito pubblicitario.

1-deve essere divertente
2-deve essere informativo
3- (importantissimo) deve coinvolgere l'utente in una relazione emotiva (grazie all'advergame per esempio) con il marchio/azienda/prodotto
4- il coinvolgimento emotivo deve crearsi a livello dell'idea di comunicazione che è alla base della campagna (in questo caso l'idea è: "con Finnair voli più velocemente tra Europa e Asia"; l'abbinamento tra il gioco e l'idea è molto ben costruito secondo me)
5- deve dare un incentivo all'azione (in questo caso grazie alla possibilità di vincere i biglietti, ma anche grazie alla curiosità che stimola nell'utente per vedere come il gioco/storia si conclude)
6- dovrebbe riuscire a generare un "passaparola" on line, auspicando che gli utenti che giocano col minisito girino il link agli amici

Complimenti a Finnair!

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Problemi tecnici risolti!

Mi scuso con chi è transitato sul blog in questa settimana, ma ho avuto alcuni problemi con l'header che mi si è praticamente dimezzato in ampiezza...
Ancora devo capire perchè, comunque grazie all'aiuto del mio valente fratello ho risolto i problemi e ora sembra tornato tutto alla normalità!

sabato 19 gennaio 2008

Mark vive da Ikea!

E' di questi giorni un interessante caso di comunicazione sul web!

Mark Malkoff, un regista newyorkese, si è trasferito per una settimana in uno store Ikea, dove ha vissuto per 7 giorni, alla maniera di Tom Hanks sul film The Terminal.

L'iniziativa (queste le voci ufficiali) è partita da lui, probabilmente per autopromuoversi e per realizzare, come abbiamo detto, un'iniziativa di comunicazione davvero interessante.

Come riportato dal sito ufficiale, www.marklivesinikea.com, Mark ha chiesto ad Ikea la possibilità di vivere per una settimana in un suo store, perchè "dovendo suffumigare il suo appartamento, e avendo i suoi amici appartementi troppo piccoli per ospitarlo, e costando gli hotel troppo a NewYork, era più conveniente trasferirsi una settimana in un negozio Ikea".

Ikea ha accettato, e così, per 6 giorni dal 7 al 12 gennaio, Mark ha vissuto nel negozio Ikea, dormendo, mangiando al ristorante, facendo la doccia nei bagni degli uffici del personale, ma soprattutto riprendendo i suoi giorni in Ikea e mandando video di questa curiosa esperienza a contatto con pubblico, clienti e personale del negozio.

Perchè Ikea ha accettato (sempre che non sia intervenuta direttamente nell'ideazione della cosa, ma preferiamo pensare che sia stato davvero tutto così improvvisato...)?
Perchè Mark non è nuovo a queste cose: ha già realizzato un'impresa del genere, riprendendosi mentre ha consumato caffè nei 171 Starbucks di NewYork nello stesso giorno (vedi www.171Starbucks.com).
E perchè l'idea, davvero originale, è stata davvero ben coltivata da Mark Malkoff:
un bel sito di appoggio, e una pubblicazione quotidiana dei suoi momenti da Ikea su Youtube, con tanto di ovvi gruppi su Facebook e su Myspace.
Ikea ha intuito questo, e ha intelligentemente permesso all'intraprendente autore di costruire questa originale storia, guadagnando in visibilità, e mettendo in scena ciò che poi, a mio avviso, il cliente Ikea prova quando va nei punti vendita del marchio svedese: sembra infatti di essere un po' a casa, un po' sul grande fratello....

Comunque un'iniziativa davvero molto originale!



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Misurare l'efficacia di una campagna di brand awareness sul web

Prendo spunto dal magnifico post di Avinash Kaushik, guru mondiale nel campo del web analytics e attualmente Google Analytics Evangelist, autore dell'ottimo libro Web Analytics: An hour a day (consiglio vivamente di comprarlo, è ottimo sia per contenuti che per stile di scrittura, inoltre i proventi del libro sono donati a Medici senza Frontiere e a The Smile Train, organizzazione umanitaria Onlus), e autore del blog The Occam's Razor.

In un post intitolato Is convertion rate enough? It's a good start, now do more!, affronta il tema della misurabilità dei risultati di una campagna di display advertising.

Ciò che propone, in sostanza, è di tenere conto di alcuni fattori per avere un'idea di quanto e come una campagna "branding"che porta traffico da vari siti web sul sito dell'azienda pubblicizzante attraverso banner, e-mails e link sponsorizzati su Google, sia efficace nel creare "brand awareness" (tradotto : visibilità e consapevolezza del marchio + coinvolgimento dell'utente "ingaggiato").

Questi i tre passi da tener presente:

1- tener conto del tasso di conversione della campagna:
quindi: prendere il numero dei clicks che ogni banner sui vari siti porta sul sito di destinazione, e metterlo in rapporto con i leads effettuati sul sito di destinazione (per un sito di un brand automotive i leads possono essere ad esempio: richiesta di test drive, download brochure dell'auto pubblicizzata, registrazione dei dati, richiesta di "tienimi informato", iscrizione a newsletter etc.). Con una formula: n clicks sull'annuncio/ n leads provenienti dall'annuncio

2- da questo consegue però che, poichè il tasso di conversione sarà molto probabilmente intorno all'1%, non misureremo l'effetto della campagna sul restante 99% degli utenti che sono giunti sul nostro sito proveniendo dagli annunci. Come vedere che risultati abbiamo avuto su di loro? In questo caso dobbiamo ricorrere a strumenti quantitativi e qualitativi.
Quantitativamente, ricorriamo alle metriche di analisi del tool di analytics del sito, tracciando il comportamento di questi utenti:
ad esempio vedendo:
n pagine viste
time on site
tasso di rimbalzo
site overlay (visualizzazione grafica dei clicks effettuati dagli utenti sul sito)
percorso di navigazione
top exit pages
e molte altre....
Qualitativamente, possiamo condure un sondaggio di uscita da somministrare agli utenti che escono dal sito al termine della loro sessione, sottoponendo domande di questo tipo per verificare la loro soddisfazione nell'esperienza di fruizione:
- sei riuscito a portare a termine l'obiettivo che ti sei posto?
- hai trovato ciò che cercavi?
- prevedi di andare in concessionaria (sempre pensando al sito automotive)?
- la visita sul sito influenzerà il tuo giudizio sul prodotto?
e altre studiabili caso per caso...

3 - come terzo livello, possiamo pensare di ideare strumenti per associare la fruizione sul sito al comportamento offline, per tracciare la diretta corrispondenza (se c'è) tra la visita al sito e l'acquisto sul punto vendita. Come?
Attraverso strumenti che in un certo senso ci permettono di misurare la diretta corrispondenza tra la visita sul sito e il comprotmaento sul punto vendita. Ad es: sconti stampabili, semacodes (codici ottici scaricabili sul sito a fronte di una registrazione, da presentare sul punto vendita per ottenere sconti, merchandising, offerte etc.), codici speciali che si ricevono solo se si è visitato il sito e che è possibile presentare sul punto vendita, minisondaggi ancora sul punto vendita (in cui magari verificare il numero di utenti che arrivano perchè influenzati dalla campagna stampa, o dalla campagna tv, o dalla campagna web, o da una integrazione dei vari canali etc.)

E' dura misurare la brand awareness ma l'unico modo per massimizzare l'investimento sembra essere associare strumenti quantitativi e qualitativi, per meglio capire a cosa serve il nostro sito web e che benefici porta una campanga pubblicitaria diretta su esso!!!

Ci vuole un po' di duro lavoro, e anche un po' di fantasia!!

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sabato 12 gennaio 2008

Zooppa, lo user generated advertising

Oggi facevo un giro su Zooppa.com, il sito dove è possibile fare il vero e proprio User Generated Advertising, in vera e propria logica Web 2.0.

In cosa consiste?
Il sito mette a disposizione degli utenti una piattaforma dove inserire video pubblicitari user generated dedicati a singoli prodotti da reclamizzare.

Come funziona?
Un'azienda decide di organizzare un contest su Zooppa, invitando gli utenti del sito a creare video pubblicitari su un suo prodotto, e premiando il vincitore attraverso premi che stabilisce insieme Zooppa.
L'azienda fornisce quindi, insieme a Zooppa, un vero e proprio brief sul prodotto da reclamizzare, comunicando valori e concetti che lo spot dell'utente dovrebbe rispecchiare.
Insieme al brief, scaricabile dal sito per chi si iscrive al contest, ci sono alcuni materiali che l'azienda, sempre di concerto con Zooppa, mette a disposizione dell'utente creativo.

Gli utenti del sito, novelli creativi, aspiranti pubblicitari etc., se hanno l'idea giusta, si iscrivono al contest, realizzando il video pubblicitario sul prodotto dell'azienda.

E qui parte una gara, all'insegna di visualizzazioni, commenti, ma soprattutto punteggio.

Già perchè, ogni video ottiene un punteggio da parte degli utenti del sito, scalando così le posizioni.

Gli utenti hanno quindi tutto l'interesse a far sì che quanti più altri utenti e amici vedano il loro lavoro, sperando che venga votato. Facendo passaparola e altre attività, per mandare più gente possibile sul sito di Zooppa, per far votare il proprio spot.

Perchè? Perchè vincono premi concreti. Premi in denaro, innazitutto: viene fissato un montepremi in denaro per il vincitore e i primi classificati, montepremi stabilito in ZooppaDollars (1 Zoopa dollar= 1 Dollaro, i premi possono essere riscossi quando si arriva ad un totale maturato di 1000$ ). E poi, perchè no, sognare di essere contattati dall'azienda perchè questa vuole sfruttare lo spot nelle sue campgne pubblicitarie, guadagnando magari un accordo commerciale con l'azienda stessa. E magari farsi notare dalle grandi agenzie pubblicitarie!!!

Di seguito uno dei video del contest organizzato da Meetic.it